domenica 8 novembre 2009

Immobili B e C

) Ad avvenuta accettazione delle domande di contributo per esiti B e C da parte di FINTECNA, nel giro di un giorno le stesse vengono trasmesse in formato pdf al consorzio rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica (RELUIS) che effettua l’attività istruttoria di propria competenza con un tempo medio stimabile in 11 giorni; nel giorno successivo alla conclusione di tale fase avviene la trasmissione in formato pdf al consorzio universitario per l’ingegneria nelle assicurazioni (CINEAS) che effettua l’attività istruttoria di propria competenza con un tempo medio stimabile in 12 giorni;
2) Nel caso in cui a seguito delle istruttorie di cui al precedente punto vengano richieste modifiche o integrazioni, il tempo di 30 giorni previsto per l’esame della documentazione decorre nella sua interezza dal giorno della presentazione delle integrazioni richieste a meno di casi semplici che invece possono essere risolti in tempo reale dall’ufficio comunale competente. Da tali casi semplici sono comunque escluse tutte le richieste di chiarimenti afferenti le competenze RELUIS e/o quelle relative ad importo lavori, oggetto di osservazioni, maggiore del 10% rispetto al totale dei lavori valutato dal professionista.
3) Quanto alle competenze, i tecnici RELUIS hanno mandato di verificare la coerenza degli interventi di ingegneria sismica proposti in relazione ai danni subiti dagli immobili ed alla opportunità di adeguamento, miglioramento, rafforzamento locale da un punto di vista sismico degli stessi. I tecnici CINEAS hanno mandato di verificare soltanto la congruità delle misure e dei prezzi rispetto a quanto indicato nella documentazione prodotta con la domanda di contributo. In particolare i tecnici CINEAS confrontano le misure riportate nel computo metrico estimativo con quelle indicate negli elaborati grafici di progetto e verificano che i prezzi adottati siano quelli del prezziario ufficiale di riferimento della Regione Abruzzo o derivanti da analisi prezzi effettuate con riferimenti canonici (es. mercuriali).
4) I tecnici CINEAS, come stabilito dal Comune, non valutano la congruità dal punto di vista economico delle scelte tecniche di intervento riportate dal professionista nel progetto.
5) I tecnici CINEAS controllano e segnalano come congruo soltanto:
-eventuale superamento dei limiti di contribuzione;
-trasloco mobilio;
-imprevisti;
-misure e prezzi difformi rispetto al progetto ed a quanto specificato nel precedente punto 3); fermo restando un range di tollerabilità nella stima complessiva di ogni singola voce di costo fissata nell’ordine del 10%;
-eventuali spese tecniche eccedenti la convenzione stipulata dal DPC con gli Ordini Professionali.
6) I tecnici CINEAS hanno mandato di segnalare eventuali voci di spesa ammissibili a contributo ma con possibilità di approfondimento a cura del Comune anche mediante sopralluogo in cantiere;
7) CINEAS rende permanente un presidio di assistenza al Comune presso la sede della Scuola Allievi Sottoufficiali Guardia di Finanza ed in casi stabiliti dal Comune ai professionisti interessati da richieste di modifiche, integrazioni o chiarimenti;
8) Gli Ordini Professionali si impegnano a rappresentare ai propri iscritti l’esigenza di produrre con la documentazione in formato pdf le planimetrie opportunamente quotate e la documentazione fotografica significativa ed a colori;
9) Nel caso in cui la domanda contenga sia il computo metrico estimativo che il preventivo con ribasso della ditta, l’analisi di congruità di competenza CINEAS viene effettuata sul computo metrico estimativo ed il contributo riconoscibile (quota lavori) viene ribassato nella misura percentuale proposta dalla ditta stessa.
10) E’ possibile, soltanto previa autorizzazione del Comune, cambiare la ditta esecutrice dei lavori rispetto a quella indicata nella domanda di contributo. In tal caso la ditta subentrante dovrà sottoscrivere per accettazione il Computo Metrico Estimativo e/o fornire un nuovo preventivo di spesa ribassato rispetto al suddetto computo.
11) Si condivide l’opportunità di parametrizzare una soglia dei costi di riparazione proporzionata ai livelli di danno subito dagli immobili (lieve, medio, grave) così come desumibile dalla documentazione fotografica. Di tal che le attività di sopralluogo in cantiere potranno essere programmate con maggiore frequenza per i casi che superino tale valore parametrico di riferimento.

Nell’ambito della Conferenza di Servizi il Prefetto ha inoltre comunicato che non è stata ancora emanata l'Ordinanza relativa alla proroga per gli immobili con esito "b" e "c" e che saranno concessi 30 giorni dalla sua pubblicazione ufficiale.

giovedì 13 agosto 2009

viaggio

Mi vengno i nervi a pensare che: Il 31 marzo, dopo mesi di scosse, l'ultma il giorno precedente con magnitude 4 Ritter, si riunisce all'AQUILA la Commissione nazionale Grandi rischi. dura 60 minuti, La riunione si conclude alle 19.30, con una conferenza stampa, dove si dichiara: "La comunità scientifica conferma che NON c'è pericolo, perché c'è uno scarico continuo di energia; la situazione è favorevole..e poiiiiii

mercoledì 12 agosto 2009

Senza casa, senza la città, senza tessuto sociale, senza gli uffici.

Chi può lavora, lavora 100 volte più di prima,
Abbiamo tutti la sensazione di essere stati abbandonati
le informazioni sulla situazione dei terremotati continuano ad essere condivise solo dai terremotati stessi.
Nel resto D'italia il Presidente del Consiglio grida al miracolo per la costruzione di alloggi ......
del nostro futuro a tutt’oggi non sappiamo nulla!!!!!

Trecento anni fa il terremoto che distrusse L'Aquila http://www.urcanet.it/urca_servizi/news.php?id_news=640

L'AQUILA. Era il giorno della Candelora, e i fedeli rimasero sepolti coi ceri in mano. Era il 2 febbraio del 1703, nelle chiese aquilane si celebrava la festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Ma, quella volta, non restarono in piedi nemmeno i templi. Anzi, ottocento persone rimasero sotto le macerie nella chiesa di San Domenico. Tantissime, poi, furono sorprese durante altre cerimonie, visto che la terra tremò in pieno giorno. Data nefasta per la storia della città. Ma anche punto di partenza per una rinascita che, seppur lenta, fu coraggiosa e significativa. Oggi - a distanza di 300 anni da quell'evento - restano soltanto le parole degli storici e i racconti dell'epoca. Il tempo ha cancellato i segni visibili della catastrofe, che rivive nei libri di storia. «Il giorno due febraro, festa della Purificazione di Maria Sempre Vergine Nostra Signora, su l'ore diciotto e mezza, celebrandosi l'ultima messa per la funzione della distribuzione delle Candele, si fece di nuovo sentire nella medesima città dell'Aquila con treplicate scosse il Terremoto, e dannegiò a segno in un Miserere, che sono quasi a terra le Chiese di San Bernardino, San Filippo, la Cattedrale di San Massimo, San Francesco, Sant'Agostino. Tutti i palazzi, o rasi o cadenti. Nel Tempio di San Domenico, ove si faceva la Communione Generale, in quella mattina morirono da ottocento persone, e all'ingrosso si fa il conto che perissero in quella Città più di tre milia abitanti, ed è impossibile che quel luogo possa risorgere». Il resoconto è tratto da una relazione dell'epoca, riportata nel capitolo «L'Aquila», scritto dallo studioso Walter Capezzali nel volume «L'Abruzzo nel Settecento», edito da Ediars. «Ma il ben triste presagio dell'impossibilità di far risorgere la città rasa al suolo non doveva realizzarsi», annota Capezzali. «Di ben diverso tono appare l'altra relazione coeva del terremoto, licenziata il 10 maggio 1703. Vi si legge, infatti, fra l'altro:... Si animarono gli smarriti Cittadini rendendoli coragiosi à non dishabitare la loro Patria, come havevano principiato a fare alcune famiglie. Fu creato il Governo della Città, in luogo degli estinti del tremuoto. Si aprirono alcune strade più principali al commercio, buttando a terra l'avanzo delle muraglie, che minacciavano morte a' passegieri. Si fabricarono più forni da cuocere il pane, essendo rimasti atterrati quelli che vi erano... Furono accomodati gli acquedotti della Città...». «Insomma», sostiene Walter Capezzali, «vi si documenta una forte volontà di rinascita e ricostruzione che in effetti doveva dare gradualmente i suoi frutti positivi». «Il drammatico momento del terremoto è ancora significativo punto d'intersezione tra le due storie civile ed ecclesiale, quando la diocesi risulta affidata a un vicario capitolare, Francesco Antonelli, il cui nome si conta tra gli oltre 2400 abitanti periti sotto le macerie, lui rimasto sotto quelle del Duomo, crollato come quasi tutte le numerose chiese della città. E la Chiesa aquilana», scrive ancora Capezzali nel capitolo "L'Aquila e la sua Chiesa", tratto dal catalogo della mostra Ad perpetuam Aquilae iuventam, «risorse anche materialmente, come il resto della struttura urbana e contro le insistenti e funeste previsioni di una fine senza scampo, con un grande protagonista di questo miracoloso recupero, il vescovo Domenico Taglialatela, che volle reagire con provvido decisionismo: promuovere un sinodo, restaurare la Cattedrale, istituire una nuova Accademia». «I palazzi che risultano crollati con eccidio degli abitatori», annota Raffaele Colapietra nel capitolo intitolato L'edilizia residenziale aquilana (tratto dal libro, di Ediarte, L'Aquila: i Palazzi), «sono quelli Cresi, dove è morto Alessandro, il camerlengo in carica della città, Bonanni, Burri, Carli all'Annunziata, Rustici, Zuzi e Pica oggi distrutto all'attuale via Fortebraccio». «Oggi, una sorta di terremoto investe l'occupazione di questa città. Se nel 1703 si ebbe l'unanime forza di reagire», conclude Colapietra, «è augurabile che la stessa cooperazione vi sia anche oggi».



L’AQUILA (13 agosto) - Nulla sarà più come prima in centro storico. Lo ha detto chiaramente il vice commissario ai Beni culturali, Luciano Marchetti. Non saranno cancellati, ma “riveduti e corretti” i luoghi della memoria degli aquilani, i quattro quarti del centro storico, culla della città dell’Aquila. «Il nostro impegno è totale - ha spiegato Marchetti - anche se alcuni abitati del centro storico sono stati totalmente rasi al suolo. Certo è che cercheremo di ricostruire così com’erano le quattro chiese capo quarto: Santa Maria Paganica, San Pietro a Coppito, Santa Giusta e San Marciano. Per il resto non abbiamo, purtroppo la bacchetta magica. Stiamo recuperando quanto più possibile ma si tratta di un lavoro difficile che richiederà moltissimo tempo». Forse bisognerà attendere un decennio circa per tornare a frequentare il “nuovo” centro storico. Il quarto più danneggiato sembra essere quello di S. Maria Paganica, seguito da San Pietro, S. Giusta e poi S. Marciano, il meno colpito dal sisma.

Più ottimista il sindaco Cialente secondo cui la ricostruzione del centro sarà un lavoro delicato e complesso che non potrà essere fatto di fretta, comprese le scelte di ricostruzione. Ma tutto dovrà tornare com’era. «Ci accingiamo a lavorare al piano per la ricostruzione del centro- ha detto-. Siamo in attesa della ordinanza per le abitazioni e delle linee guida».

Sarà difficile tuttavia, tornare ad avere l’Aquila degli sdruccioli (solo costa Masciarelli è rimasto in piedi) o dei vicoli stretti e tortuosi che forse non potranno essere ricostruiti in quelle dimensioni per motivi legati alla sicurezza sismica. Del resto la storia deve pur insegnare qualcosa: non è solo una questione di “corsi e ricorsi storici” se nel terremoto del 2009 sono crollati più meno gli stessi edifici che vennero giù nel sisma del 1703. Stessa teoria vale per gli edifici che invece resistettero al sisma nel 1703 come nel 2009.

È noto infatti che gli aquilani del tempo decisero di ricostruire sulle stesse fondamenta senza pensare minimamente a rinforzarle. Un pensiero che ha sfiorato poco, tuttavia, anche i cittadini moderni che hanno pensato troppo a restaurare senza consolidare gli edifici del centro storico. E quindi ora si è alle prese con scelte ardue e radicali che dovranno regalare un centro storico alle future generazioni risultato di un mix di vivibilità, antichità, e sicurezza. Per il momento si cercherà di restituire agli aquilani quelle poche porzioni di centro storico ancora fruibili anche perché sono circa 150 le abitazioni classificate A all’interno della zona rossa e, come ribadito dal sindaco, è legittimo che i proprietari vi rientrino. Il sindaco ha parlato della imminente apertura di via Zara via Veneto per accedere al Ridotto. Entro fine mese sarà aperto il corso fino ai Quattro cantoni.

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Le persone credono di essere libere, ma sono solo libere di crederlo